Improvviso dietro-front dei “finiani” sul Lodo Alfano costituzionale.
Causa scatenante la divulgazione di una “missiva” che indicherebbe Gian Carlo Tulliani, cognato di Fini, come titolare delle due società off shore che acquistarono l'appartamento di Montecarlo sotto accusa- da ormai quasi due mesi- dei due quotidiani “vicini” al premier: Il Giornale e Libero.
Così mentre pochi giorni fa Italo Bocchino, capogruppo alla Camera di “Futuro e Libertà”, dichiarava con fermezza che la legge per bloccare i processi al premier li convinceva molto ed erano “prontissimi a votarla” (14/09/2010), oggi è costretto a tornare sui suoi passi: "Non c'è alcuna ragione per metterci a trattare su documenti condivisi perché la controparte fa operazione di dossieraggi falsi contro il presidente della Camera" (fonte).
Al momento è difficile stabilire se il documento sia autentico o no e se davvero Berlusconi stia muovendo un complotto contro Gianfranco Fini; soltanto una cosa è certa: in Italia l'approvazione o non approvazione delle leggi da discussione- anche soltanto formale- sul bene pubblico è diventata esplicito (e spudorato) strumento di ricatto o di “difesa” tra contendenti politici. Alla faccia di chi ancora ci credeva nella sovranità popolare.
Giochi squallidi fra persone di bassa lega.
RispondiEliminaNel profondo rammarico per lo schifo a cui stiamo assistendo, devo dire che ingoiare il famigerato rospo forse sarà meno difficile del previsto. Aspettiamo nuovi ed emozionanti sviluppi del plot.
RispondiEliminaPovera Italia.
Pietro