sabato 16 ottobre 2010

Valditara, il dissidente finiano anti-Lodo Alfano

 
(immagine tratta dal sito generazioneitalia.it)
«Nessuno troverà mai una mia dichiarazione, o una dichiarazione di qualcuno di Futuro e Libertà, contrarie al Lodo Alfano o al legittimo impedimento, perché noi siamo convintissimi del fatto che occorre risolvere una questione: quella del diritto che Berlusconi ha di governare senza che ci sia l’interferenza o il tentativo da parte di segmenti iper-politicizzati di metterlo fuori gioco»
Queste alcune delle parole pronunciate da Gianfranco Fini il 5 settembre scorso sul palco di Mirabello.
E, in effetti, nei loro vari interventi estivi, pur attaccando Berlusconi in merito al cosiddetto “processo breve”, i finiani erano stati ben attenti a puntualizzare ogni volta la legittimità di un provvedimento blocca-processi per il premier.

Così, ad esempio, l'on. Adolfo Urso, ospite a “In onda” su La7 (25 agosto 2010): 
«Io ritengo che noi dobbiamo garantire e tutelare la possibilità per Silvio Berlusconi di portare sino a termine il mandato, questo anche per quanto riguarda eventuali imputazioni a cui debba rispondere».
O, più duro, l'on. Benedetto della Vedova (31 agosto 2010, Il Giornale):
«Nessuno può negare che Berlusconi sia vittima di un accanimento giudiziario».
O, ancora: «Berlusconi è vittima di un’aggressione giudiziaria, va difeso» attribuita da Il Secolo XIX a “l'intera dirigenza finiana” (5 settembre 2010) e ripetuta- quasi identica- come un mantra dal capogruppo alla Camera Italo Bocchino (almeno 6 volte in pochi giorni).

Eppure, tra i finiani c'è un “dissidente”, le cui dichiarazioni devono evidentemente essere sfuggite alle orecchie del leader: è il sen. Giuseppe Valditara. che il 13 agosto in un suo articolo sul sito di Generazione Italia, intitolato “Non è più tempo per il Lodo Alfano”, espose in modo netto le ragioni del suo no:
«La gente vuole chiarezza e vuole che sia fatta luce su tutto quello che di penalmente rilevante tocca i vertici dello Stato, senza più immunità per qualcuno, senza più privilegi. Ne va del destino libero, democratico e civile del nostro Paese. Chi ha scheletri negli armadi ne porterà le conseguenze penali, chi non ha nulla da temere ha sempre tre gradi di giudizio per dimostrare la propria innocenza.
Come per qualsiasi cittadino.»
Parole incredibilmente simili a quelle usate dal quotidiano la Repubblica per lanciare alcune settimane fa un appello online contro il Lodo Alfano costituzionale:
«C'è un solo modo per Berlusconi di mostrarsi all'altezza della sua responsabilità politica: rivendicare di essere un cittadino fra i cittadini, con gli stessi diritti e doveri, ed accettare di difendersi nei suoi processi, senza alcuno scudo, impedimento e impunità. Così la legge sarà uguale per tutti.»
Valditara non si fermò qui, e in un'intervista al Fatto Quotidiano arrivò addirittura a giudicare il Lodo Alfano la causa determinante del distacco dei finiani dal Pdl
«Il programma elettorale non prevedeva un impegno su questioni come il Lodo Alfano. [...] Siamo garantisti fino all’osso, si sa, ma è assolutamente necessario a questo punto consentire ai giudici di svolgere pienamente la loro funzione. Senza guardare in faccia nessuno.»
L'intervista si concludeva con queste parole:
«Altri colleghi in Futuro e Libertà hanno manifestato interesse per queste sue posizioni?Siamo tutti in vacanza, ma i contatti vanno avanti. E posso garantire che la mia non è una posizione isolata.»
Bene, la stagione estiva si è da tempo conclusa.
Senatore Valditara, potrebbe gentilmente indicarci i nomi delle altre voci dissonanti, visto l'imminente arrivo di un Lodo Alfano bis, questa volta costituzionale, apparentemente con l'unanime beneplacito del suo gruppo parlamentare?

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