sabato 8 maggio 2010

“Prescrizione non è assoluzione”: nuovo blitz di Valigia Blu contro il Tg1 di Minzolini


Aveva promesso che non si sarebbe arresa e così è stato: Arianna Ciccone, la giovane netizen che due mesi fa aveva fatto “incursione” nella sede RAI di Roma trascinando il suo trolley di 150.000 firme raccolte sul Web (ora arrivate a quota 204.000), giovedì scorso è tornata a viale Mazzini per protestare ancora una volta contro il Tg1; ad accompagnarla un agguerrito gruppo di supporter reclutati su Facebook attraverso il suo gruppo La dignità dei giornalisti e il rispetto dei cittadini, “per un’informazione corretta e pluralistica e soprattutto per una Rai libera dai partiti”.

Il movimento, battezzato poi “Valigia Blu”, era nato spontaneamente in seguito alla diffusione sui social network di una lettera di Arianna indirizzata al direttore del Tg1 Augusto Minzolini, in cui si chiedeva la rettifica per aver parlato di "assoluzione", invece di "prescrizione", per ben due volte nell'edizione delle 13:30 del 26 febbraio scorso, riguardo il caso giudiziario che vedeva imputato David Mills. La prescrizione del reato implicava infatti tutt’altro che un riconoscimento di innocenza dell’avvocato inglese, giudicato colpevole di corruzione per aver favorito sotto compenso Silvio Berlusconi in uno dei suoi processi.

Tutto ciò avveniva prima che fossero rese note dal Fatto Quotidiano le indagini della Procura di Trani sulle pressioni del premier al direttore Minzolini e a Giancarlo Innocenzi dell’Agcom, condotte attraverso una serie di intercettazioni telefoniche (l’utilizzo delle quali, tra l’altro, potrebbe a breve essere bloccato attraverso una speciale legge ad hoc).

Valigia Blu, che ha inaugurato anche una sorta di “osservatorio” online sull’informazione televisiva, rinnova così il proprio sdegno per quella rettifica mancata. Un lungo striscione con la frase “Prescrizione non è assoluzione” rivendica con semplicità la propria distanza da una politica di cattiva informazione e di servilismo.
Ma all’arrivo di Arianna, da lei stessa comunicato alcune settimane fa attraverso lettere ai vertici (di cui mostra le ricevute) e comunicazioni telefoniche alle segreterie, la RAI stavolta chiude i portoni.

Sopraggiunge in solidarietà ai manifestanti il senatore del Pd Vincenzo Vita, che dichiara di aver posto la questione in Vigilanza RAI e annuncia che da martedì prossimo verrà avviata una discussione sul contratto di servizio, in particolare nei punti che regolano i rapporti tra l’azienda pubblica e lo Stato, con a tema il pluralismo e l’etica dell’informazione: “Il Tg1 è solo il sintomo di un malanno più grave, perché è la RAI, il servizio pubblico, che non funziona”.

Intanto dai palazzi di viale Mazzini permane un silenzio tetro, lo stesso che il Tg1 ha scelto di dedicare alla bufera di critiche, talvolta violente e ingiuriose, che ogni giorno si riversano sulla sua pagina Facebook. “Ho sempre considerato Garimberti (attuale presidente Rai ndr) come una persona molto aperta e democratica, e mi stupisce che la Presidenza non abbia dato alcuna risposta, anche soltanto con una breve e succinta lettera via e-mail. Ci vedo in questo un po’ di leggerezza” dice Vita.
E a una giovane donna, venuta direttamente dall’asilo con la figlia in passeggino (nella foto in alto), che gli chiede se il centro-sinistra abbia intenzione di intervenire per dare alla RAI maggiore indipendenza dalla politica, risponde: “Il Pd sta presentando un proprio progetto di legge che prevede l’uscita dei partiti dalla RAI e l’individuazione di un amministratore delegato sotto indirizzo parlamentare scelto con criteri non partitici. Ma tutto ciò, mi duole dirlo, da solo non basta perché con questo Governo e questa maggioranza parlamentare, se non c’è la volontà politica di una discussione su questo tema, il progetto di legge può arenarsi e non muoversi più. […] La verità è che se noi non riusciamo a sconfiggere Berlusconi e, quindi, il berlusconismo tutte queste cose continueranno a succedere.

[Qui il mio video per Quiromalibera.net]

2 commenti:

  1. Oltre che leggerezza, io vedo anche una lunga, lunghissima coda di paglia. In ogni caso, il servilismo che purtroppo caratterizza gran parte dei giornalisti italiani si manifesta anche così, con semplici parole: "prescrizione" non significa "assoluzione" così come (e cito Beppe Grillo) "lucro" non significa "profitto". In questo modo la gente viene ingannata e "guidata" verso determinate interpretazioni della situazione. Ricordo quando, relativamente a fatti di violenza, sentii parlare in un telegiornale di "Rumeni". L'anchorman li definiva a partire dalla loro nazionalità prima ancora di definirli in quanto persone: mi sarei aspettato ben altro linguaggio da parte di un giornalista professionista, ma di certo anche piccoli e apparentemente insignificanti aggettivi contribuiscono a costruire una rappresentazione distorta.
    Attenti alla comunicazione...

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  2. Eh beh, oggi il sit-in a Roma organizzato addirittura dagli americani... Come ha scritto metilparaben "l'abbiamo fatta fuori dal vaso".

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