domenica 30 maggio 2010

Polemiche su servizio diete del Tg1: la replica di Tibaldi


Il 16 maggio scorso, nell'edizione delle 20:00 del Tg1, va in onda un servizio intitolato "Il segreto per dimagrire", dedicato a quello che si dichiara essere "un cambio di tendenza nel mondo delle diete": "se fino a ieri ci avevano detto che la dieta ideale era pochi chili per volta, oggi gli americani danno il contrordine: l'importante è dimagrire in fretta e poi mantenere" annuncia la voce fuori campo dell'autrice, Carlotta Mannu.
Eppure da alcuni blogger sorgono i primi dubbi: in particolare Il Nichilista, rintracciato lo studio americano cui si fa riferimento in modo non esplicito nel servizio, ne sottolinea l'improprio utilizzo all'interno di quest'ultimo e la conseguente pericolosità del messaggio così veicolato.
Le critiche arrivano fino in Senato, dove gli on. Pardi e Belisario dell'IDV presentano una richiesta di rettifica al Tg1 per "aver gravemente travisato il contenuto di uno studio scientifico" e incitato a comportamenti alimentari sbagliati.

Volendo fare chiarezza sulla questione, contatto Andrea Tibaldi, il nutrizionista intervistato nel servizio, che accetta di rispondermi ad alcune domande.

Nel servizio “Il segreto per dimagrire”, lei viene presentato come esperto in Biologia della nutrizione; potrebbe spiegarci in cosa consiste il suo lavoro?

Biologia della nutrizione è una delle mie due lauree (la prima è in ingegneria). Si tratta di una laurea triennale in ambito nutrizionale, facente parte della Facoltà di Biologia.

Mi occupo di divulgazione e formazione nel campo del benessere, in particolare nel campo dell'alimentazione, della cucina e dello sport. La mia attività principale è quella di direttore del sito Cibo360, uno dei maggiori siti di alimentazione in Italia. Tra le altre cose, sono responsabile scientifico di Diet to go, il catering dietetico a domicilio.

La tesi presentata nel servizio sopracitato, e che lei stesso sembrerebbe avvalorare, è che dimagrire in fretta sia preferibile ad una perdita di peso graduale, e che vedersi rapidamente più magri può essere il miglior aiuto per mantenere la forma acquisita. Si sente di confermare questa posizione?

In campo scientifico, la maggior parte delle affermazioni hanno poco senso se non ci mettiamo dei numeri davanti. Cosa significa "dimagrire velocemente"? Niente, se non quantifichiamo la velocità di dimagrimento.

Nella ricerca citata nell'articolo del TG1, coloro che dimagrivano più velocemente, in realtà dimagrivano in modo graduale e a dir la verità, piuttosto lentamente considerando che si trattava di soggetti obesi (nemmeno un kg la settimana quelli "veloci"). Questo dipende dal fatto che non seguivano una dieta, ma un programma di educazione nutrizionale finalizzato a ridurre le calorie assunte, e un programma sportivo per aumentare quelle consumate. Proprio l'approccio che propongo io nel sito, e che veniva in parte proposto anche nell'articolo quando alla fine si parla dei nostri corsi di cucina (nessuno se n'è accorto?), dove insegniamo proprio a gestire una sana alimentazione durante e dopo la dieta, senza privarsi di nessun cibo.

Il vero senso dell'articolo era questo: chi cerca di cambiare vita con una dieta più sana e riesce ad ottenere risultati tangibili subito, è più probabile che continui sulla strada giusta e che poi rimanga su quella strada. Se vogliamo, una cosa abbastanza banale... Ma i ricercatori cercavano (e hanno trovato) lo scoop, per fare questo hanno interpretato i risultati della ricerca in modo un po' garibaldino, per fare sensazione, "smontando" un pilastro della dietologia (dimagrire troppo in fretta non va bene). Curioso che in rete (anche nei siti in lingua inglese) nessuno abbia fatto un'analisi oggettiva dello studio. Tutti a dibattere sul fatto che sia meglio dimagrire velocemente o lentamente...

A me è stato chiesto di interpretare non tanto la ricerca (avrei detto esattamente le cose che ho scritto qui sopra, ma parliamoci chiaro, cosa avrebbe capito lo spettatore medio del TG1?) quanto di dare una possibile spiegazione al fatto che i risultati del gruppo "veloce" sono stati migliori di quelli del gruppo "lento". E la mia spiegazione (ne hanno montato un piccolo pezzo, io davanti alla telecamera ho parlato per minuti spiegando tante altre cose...) la confermo: per dimagrire e rimanere magri bisogna diventare magri nella testa, a livello psicologico, se esteriormente dimagriamo ma rimaniamo le persone di prima nella testa, prima o poi torneremo quelli di prima anche nel fisico. È quello che accade al 90% dei soggetti che si mettono a dieta.
Capisco che il servizio possa essere mal interpretato, ma bisogna anche inserirlo nel contesto che si merita: non stiamo parlando di una trasmissione scientifica, ma di un servizio di costume... Il servizio non parla né di diete ferree né di velocità di dimagrimento non fisiologiche. Insomma non dà nessuna indicazione errata dal punto di vista nutrizionale.

Cosa pensa del fatto che gli on. Pardi e Belisario abbiano presentato in Senato una richiesta di rettifica al Tg1, giudicando il servizio in questione “fuorviante e socialmente irresponsabile sotto il profilo della prevenzione dei disturbi alimentari”?

Penso che l'interrogazione finirà (e meriti di finire) nel nulla, come tante (purtroppo come tante altre che invece non lo meriterebbero). Pensare che un servizio del genere possa influire sui disturbi alimentari è un tantino forzato... Usando un eufemismo. Sarebbe meglio che i nostri politici si occupassero di cose più serie, visti i tempi che corrono.

Se, come ci ha appena spiegato, lo studio in questione (a cui il servizio di Carlotta Mannu faceva riferimento con un vago “gli americani”): 1) non era diretto a persone normopeso desiderose di arrivare in linea alla “prova costume”, bensì a soggetti obesi; 2) non trattava di diete, ma di programmi nutrizionali complessi; esclude che averlo presentato come l’ultima tendenza per rimettersi in forma possa avere ripercussioni sul comportamento alimentare (mettendo da parte veri e propri disturbi) del pubblico più giovane e di quello meno colto (ovvero, da quanto lei stesso lasciava intendere poco fa, l’utenza media del Tg1)?

E’ vero che il servizio non dà alcuna indicazione errata dal punto di vista nutrizionale, ma nemmeno corretta: semplicemente se ne disinteressa. Non dovremmo attenderci che un servizio giornalistico, pur di “costume”, in onda sul primo tg nazionale e nella fascia oraria in cui milioni di famiglie sono riunite a cena davanti allo schermo, faccia almeno le dovute avvertenze generali?

Se siamo d'accordo sul fatto che questo è un servizio di costume, come tale non dovrebbe nemmeno essere preso in considerazione da chi vuole mettersi a dieta o dimagrire, o almeno non senza approfondire. Come giustamente affermi, il servizio non si interessa di approfondire (e nemmeno di esporre) le metodologie utilizzate nello studio, il servizio in realtà non dice nulla di preciso, lancia un paio di messaggi che possono essere interpretati in modo giusto o sbagliato, a seconda di come li si vuole interpretare. Proprio il fatto che non dica nulla di preciso è la garanzia che nessuna persona di buon senso possa utilizzare quelle informazioni per adottare comportamenti sbagliati, o prendere iniziative senza prima approfondire (per esempio consultando un nutrizionista o consultando il mio sito e chiedendomi di cosa si tratta).
Capisco anche che alcuni possano recepire il messaggio che sia corretto fare diete drastiche dimagrendo troppo in fretta... Sebbene, ripeto e sottolineo, questo nel servizio non venga detto.

Mi chiedi se ritengo che il servizio poteva essere strutturato in altro modo? Ci puoi scommettere. Ma sono altrettanto convinto che se lo avessi montato io, non lo avrebbero mandato in onda... Almeno non sul TG1. L'informazione generalista in Italia non mi è mai piaciuta e in varie occasioni mi è capitato di sottolinearlo, anche sul sito (qui e qui).
Perché non si fanno interrogazioni parlamentari quando si dice che il vino fa bene perché contiene resveratrolo, senza dire che per assumere abbastanza resveratrolo bisognerebbe bere 20 litri di vino al giorno? Forse perché il vino in Italia è un grande business e quindi è meglio promuoverlo, anche se l'alcol causa migliaia di morti ogni anno?

3 commenti:

  1. Laurearsi in Biologia della Nutrizione non significa automaticamente essere Nutrizionisti. Secondo la legislazione vigente per esercitare la professione e´necessario essere Medici o Biologi iscritti ai rispettivi Ordini professionali Nazionali(l elenco degli iscritti e´cosultabile online). E´stata quindi poco giornalistica la scelta di un Tg nazionale di scegliere un non addetto ai lavori per lanciare un messaggio facilmente travisabile e in sintesi racchiuso nella frase (testuale):
    "Nella ricerca citata nell'articolo del TG1, coloro che dimagrivano più velocemente, in realtà dimagrivano in modo graduale e a dir la verità, piuttosto lentamente". Chiarissimo, no?

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  2. @Najat:

    A chiamarlo "nutrizionista" sono stato io e quindi, in caso di errore, me ne prendo la colpa.

    Per quanto riguarda la frase da te citata: hai ragione a dire che è poco chiara, ma in realtà sensata. Il motivo è che Tibaldi sembra far riferimento allo studio americano ( http://www.springerlink.com/content/18l187465p6601k8/ ) come se il lettore ne avesse una conoscenza preliminare e questo può causare fraintendimenti. In quest'ultimo, infatti, si erano presi in esame tre gruppi (SLOW, MODERATE, FAST) di soggetti obesi divisi appunto in base alla velocità di dimagrimento: "Coloro che dimagrivano più velocemente" sarebbero i "FAST". Aggiungo che anche in questo caso non sono esente da colpe avendo- per ragioni di spazio- tagliato alla fine della sua risposta un paio di frasi a mio parere poco influenti, ma che forse avrebbero potuto rendere più comprensibile il contesto generale in cui si inserivano: "Quelli che dimagrivano lentamente, in pratica non dimagrivano affatto (meno di 230 g la settimana)" e, più sotto, "Quelli del gruppo veloce hanno ottenuto risultati da subito perché (probabilmente) ci hanno messo più impegno, i risultati tangibili hanno fornito ulteriore motivazione generando un circolo virtuoso. Nulla di strano, quindi".

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  3. Grazie per la precisazione,aggiungo soltanto che in presenza di obesita cosi´ importanti il mantenimento del peso raggiunto andrebbe ricontrollato almeno a 5 anni.

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